Affari d’oro per la ’ndrangheta avvelenando la Piana. I tentacoli del casato dei Piromalli erano finiti sul termovalorizzatore di Gioia Tauro e sulla Iam, la società che si occupa della depurazione delle acque dell’intera Piana con un bacino da 150 mila abitanti. Nel nome del dio denaro trasformavano i fanghi industriali, grazie ad una modificazione del codice Cer (la carta d’identità dei rifiuti) in materiale utilizzabile per la produzione del compost, uno dei fertilizzanti più utilizzati in agricoltura e contestualmente imponevano agli imprenditori del settore tangenti cospicue per trasportare l’immondizia nei cinque siti regionali – Rossano, Crotone, Sambatello, Siderno e Gioia Tauro – e smistandoli a Catania, Siracusa e Trapani.
