«Tra Scimone e le cosche rapporto su un piano di sostanziale parità».

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Società fantasma, operazioni commerciali inesistenti, documenti fiscali e pagamenti fittizi: per la Procura distrettuale antimafia ruota attorno a queste direttrici il cosiddetto “sistema Scimone”, il meccanismo fraudolento architettato per arricchirsi aggirando controlli del Fisco dal nome dell’imprenditore Antonino Scimone, 45 anni con base operativa nella Locride ma interessi in mezza Italia ed all’estero, destinatario del sequestro beni da record (50 milioni di euro tra lui, Antonino Mordà e Pietro Canale) effettuato da Guardia di Finanza e Dia.