La Corte d’appello di Catania ha disposto il dissequestro di tutti i beni di Mario Ciancio Sanfilippo e dei suoi familiari che era stato disposto dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale. Secondo i giudici di secondo grado il decreto impugnato dai legali dell’editore e imprenditore «va annullato» perché, scrivono nelle 119 pagine della decisione motivata, «non può ritenersi provata l’esistenza di alcun attivo e consapevole contributo arrecato in favore di Cosa nostra catanese». Inoltre «non può ritenersi provata alcuna forma di pericolosità sociale» né «alcuna sproporzione tra i redditi legittimi di cui Mario Ciancio Sanfilippo e il suo nucleo familiare potevano disporre e beni mobili e immobili a loro riferibili».
