Domenico La Valle, il “re” delle macchinette, ha costruito gran parte delle sue fortune su videopoker e giochi. Illegali, secondo le accuse formulate dalla Dda e le indagini della Guardia di finanza. Un settore piuttosto remunerativo, sul quale aleggiava lo spettro del clan di Mangialupi, del quale il cinquantanovenne imprenditore messinese «era elemento apicale».
