Fuori dalle dinamiche di ’ndrangheta dal 2010, da quando ha avviato al collaborazione con la Procura antimafia di Reggio, Roberto Moio è da sempre un «pentito credibile». Una patente di affidabilità che gli inquirenti gli hanno sempre riconosciuto in virtù della parentela eccellente con i fratelli Giovanni e Pasquale Tegano, dei quali era nipote, e dell’ammissione dell’intraneità alle cosche di Archi quale collettore delle tangenti con ruolo attivo nei gruppi di fuoco della seconda guerra di mafia. Roberto Moio è stato sentito nel processo “Epicentro” sui temi d’accusa che si intrecciano con gli anni di militanza mafiosa.
