Avevano conquistato una delle principali piazze dello spaccio della città – nel quartiere Sbarre, protetti dai ruderi e delle foreste di erbacce degli ex rioni di edilizia popolare Guarna e Caridi; e sul viale Calabria – facendosi spazio con prezzi a buon mercato e un’organizzazione improntata su regole ferree: buone relazioni con le cosche leader del territorio e metodi violenti con chi sgarrava. Incastrati nel 2020 dal blitz dei Carabinieri, capi e gregari delle due gang della droga che scorrazzavano nella cintura urbana sud di Reggio sono stati stangati ieri dalla sentenza del Giudice dell’udienza preliminare. Diciotto le pene inflitte con punte di 20 anni di reclusione (con la riduzione di un terzo per la scelta del rito processuale alternativo) per chi, secondo le contestazioni della Procura distrettuale antimafia, si rese protagonista e fautore di una terribile dimostrazione punitiva ai danni di due vedette e pusher del gruppo criminale che avevano rubato una partita di dosi dai nascondigli dei capi pensando di farla franca e giocando nell’equivoco che era stata custodita con superficialità e imperizia.
