La leadership dei De Stefano nel direttorio della ’Ndrangheta cittadina, l’altalena di rapporti privilegiati e fibrillazioni intestine ai vertici del mandamento “Centro”, la spartizione della torta dei proventi estorsivi e l’aggiudicazione dei subappalti alle ditte amiche o riconducibili a capiclan e colonnelli delle ’ndrine. Prima in controesame e soprattutto rispondendo alle domande del Tribunale (il collegio è presieduto dalla dottoressa Silvia Capone, giudici a latere Carla Costantino e Marco Cerfeda) il collaboratore di giustizia Stefano Tito Giuseppe Liuzzo ha ricostruito nuovamente l’oppressione capillare ed asfissiante delle cosche in città. Nessuna via d’uscita per imprenditori ed esercenti, costruttori e operatori economici: la regola del pizzo era la parola d’ordine delle cosche, dal centro storico alle infinite periferie.
