«Di truffe in agricoltura i Bontempo Scavo se ne occupano da sempre, fino ad oggi».
All’indomani della chiusura dei termini per depositare gli atti d’appello in vista del secondo grado di giudizio del maxiprocesso Nebrodi, sulle truffe in agricoltura dei clan mafiosi tortoriciani, il fatto nuovo è indubbiamente uno: i verbali del neo pentito barcellonese Salvatore Micale “Calcaterra” raccolti alcuni mesi addietro dai magistrati della Dda di Messina e inseriti nell’atto d’appello del maxiprocesso per due direttrici ben precise, con la richiesta di riapertura del dibattimento in appello.
Da un lato i pm vogliono fornire un ulteriore passaggio sul quadro generale dei pesi e contrappesi della mafia tortoriciana, attualmente divisa tra la cosca dei Batanesi e i “superstiti” del gruppo dei Bontempo Scavo, compreso l’affare milionario ultradecennale delle truffe in agricoltura, e dall’altro per contestare l’assoluzione del gruppo Faranda dall’accusa di associazione mafiosa da parte dei giudici del tribunale di Patti, con il riconoscimento a loro carico dell’associazione a delinquere semplice.
