L’affare garantiva un bel po’ di soldi: quasi 120mila euro alla settimana. Il meccanismo era strutturato su più livelli e per mandarlo avanti non c’erano solo faccendieri, ma soprattutto professionisti, imprenditori e complici negli uffici strategici. La camorra si era tenuta sullo sfondo, aveva lasciato fare. Poi ha preteso la sua fetta di torta: il “pizzo” sugli introiti. C’è anche questo retroscena nell’inchiesta sulle false domande di nulla osta al lavoro per bengalesi nella zona vesuviana aperta dalla Procura di Napoli molto tempo prima che la premier Giorgia Meloni, con un’informativa al consiglio dei ministri, facesse venire alla luce il caso dei numeri record di istanze per extracomunitari presentate in Campania. Un dato totalmente sproporzionato rispetto al numero dei potenziali datori di lavoro.