Ecco il tesoro del clan 4 milioni in contanti e 5 in orologi e gioielli

Il procuratore Nicola Gratteri invia due messaggi chiari. Il primo è sul regime del carcere duro: «Il 41 bis non funziona più – spiega – e dobbiamo domandarci chi l’ha ridotto in queste condizioni, con maglie larghe. Ci sono state circolari direttive e modifiche nel corso degli anni che lo hanno ridotto così». Perché dalle indagini interforze che hanno portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare ai danni del boss Patrizio Bosti, del figlio Ettore (entrambi già detenuti), della figlia Flora, del genero, nonché ex collaboratore di giustizia Luca Esposito (marito di Maria Bosti), appare chiaro che i boss della camorra, anche di primo piano, legati al clan Contini e ai vertici dell’Alleanza di Secondigliano, comandavano nonostante fossero posti al regime del carcere duro. E gli investigatori di carabinieri, Guardia di finanza e polizia lo hanno potuto scoprire grazie alle intercettazioni telefoniche e ambientali che hanno captato anche il dialogo e questa frase: «Prima o poi si deve vendere» tra Patrizio ed Ettore Bosti che ha permesso di risalire al tesoro del clan nascosto in un appartamento di Agnano.