Non fece accordi elettorali con il boss Sparacio. Assolto dai giudici d’appello Lino Summa

Erano congetture. E interpretazioni poco rispondenti alla realtà dei dialoghi intercettati durante l’indagine. Non ci fu in sostanza alcun accordo elettorale. E le intercettazioni, in ultima analisi, non erano utilizzabili per un “cambio in corsa” dell’accusa iniziale, che era trasferimento fraudolento di valori, poi modificata con profili per il reato mafioso. È probabilmente per questi motivi – sono i cardini delle argomentazioni difensive -, che i giudici della sezione penale della corte d’appello ieri mattina hanno assolto Natalino “Lino” Summa, finito nei guai nel 2021 per l’operazione antimafia “Provinciale”, dall’accusa di corruzione elettorale (l’originaria era di scambio elettorale politico-mafioso, che è stata derubricata in secondo grado). All’epoca Summa fu coinvolto, come candidato poi non eletto alle amministrative del giugno 2018 nella lista “Antonio Saitta Sindaco”. E con lui venne indagato pure il padre, l’ex consigliere provinciale Nino Summa.