Pizzo negli appalti pubblici. Tre condanne, quattro assolti

Chiedevano il pizzo in proporzione all’appalto aggiudicatosi. Gli emissari dei clan si presentavano nei cantieri di Mosorrofa e Terreti, periferie collinari alle porte dell’Aspromonte, sollecitando un sostegno economico per le festività natalizie. Un “pensierino” – da cui il nome dell’indagine della Procura antimafia – per sostenere le famiglie degli amici detenuti. A quattro anni dall’operazione della Guardia di Finanza la sentenza di primo grado. Il Tribunale collegiale (presidente Greta Iori, giudici a latere Marco Cerfeda e Elsie Clemente) ha inflitto tre condanne – Vincenzo Serafino (4 anni di reclusione e 1.500 euro di mula), Caterina Angela Stivilla (3 anni+1.000 euro) e Cosimo Roberto Spanti (1 anno e 6 mesi, pena sospesa) – e quattro assoluzioni con formula piena: Simone Ascone, Natalia Cebottani, Francesco Sapone (difeso dall’avvocato Luciano Creazzo) e Pietro Sinicropi (difeso dagli avvocati Francesco Calabrese e Marilena Barbera).