Due ergastoli, quattro condanne a trent’anni, poi due pene meno dure per i collaboratori di giustizia. È questa la pagina dell’accusa al processo sui tredici omicidi non ancora chiariti del tutto, decisi da Cosa nostra barcellonese negli anni ’90. È stato ieri mattina il procuratore aggiunto Vito Di Giorgio, memoria storica delle indagini antimafia a Messina e nella sua provincia, a condurre la requisitoria davanti alla gup Arianna Raffa. Siamo in regime di giudizio abbreviato, in teoria potrebbe prospettarsi uno “sconto” di pena. Poi il magistrato ha depositato una lunga requisitoria scritta, oltre cento pagine, che è siglata anche dai sostituti della Dda Fabrizio Monaco e Francesco Massara. Si tratta dei tredici omicidi che hanno avuto di recente una nuova lettura rispetto al passato grazie alla dichiarazioni del pentito barcellonese Salvatore Micale.
