Per l’acquisto di quelle tre case a Barcellona, che in un primo momento erano state confiscate ad Angelo Porcino, noto esponente di Cosa nostra barcellonese, e a suo figlio Tindaro, due in via Scinà e l’altra a Portosalvo, c’è adesso una decisione contraria d’appello che le ha restituite a padre e figlio. Mentre per tutti gli altri beni la confisca è stata confermata. Decisione adottata dalla sezione misure di prevenzione di secondo grado, presieduta dalla giudice Katia Mangano, che quindi ha accolto in parte l’appello presentato dal pool di legali, composto dagli avvocati Tino Celi, che assiste il padre, Franco Scattareggia Marchese e Salvatore Silvestro, che assistono il figlio. I profili difensivi che i giudici valutano nel provvedimento di restituzione sono essenzialmente due. Per un verso la pericolosità sociale di Porcino padre secondo i giudici non sarebbe così retrodatata rispetto all’acquisto degli immobili, e poi non ci sarebbe mai stato un “apporto mafioso” del figlio Tindaro, il quale sarebbe soltanto una “testa di legno” che s’è prestato per alcune operazioni economiche.
