«L’analisi di tutte le emergenze istruttorie consente di ritenere provata la sussistenza del reato associativo. A fronte delle plurime pronunce giudiziarie che hanno già affermato l’esistenza della cosca di ’ndrangheta facente capo alla famiglia Cordì, imperante nel territorio di Locri, l’attuale operatività di tale associazione mafiosa è stata confermata da diversi collaboratori di giustizia tutti soggettivamente credibili e le cui dichiarazioni, perfettamente sovrapponibili sul punto, trovano vicendevole riscontro oggettivo». È quanto scrivono i giudici della Corte d’appello di Reggio Calabria nella motivazione della sentenza del processo d’appello scaturito dall’operazione “Riscatto – Mille e una notte”, fondata sugli esiti delle informative dei Carabinieri di Locri e della Guardia di Finanza di Locri, coordinati dalla Procura Distrettuale Antimafia.
