“New generation”, dentro la sentenza. Le giovani leve non legate alle cosche

Il dato più rilevante che emerge dalla lettura del dispositivo della sentenza emessa dalla Corte d’appello di Reggio Calabria all’esito della camera di consiglio del processo “New Generation”, che si è concluso con 8 conferme totali di pena, 14 riforme tra pena detentiva e pene accessorie, e un’assoluzione, è il disconoscimento della presenza ed operatività di una associazione «gerarchicamente e stabilmente organizzata, volta all’effettuazione di una serie indeterminata di delitti in materia di stupefacenti». L’inchiesta ha riguardato, in particolare, quelle che sono state ritenute le giovani leve della cosca Cordì, operante principalmente nel territorio di Locri, nonché reati in materia di droga, di armi. Nel contesto investigativo originario la Procura distrettuale antimafia reggina ha ritento di aver individuato una narco[1]associazione composta da più partecipi, con dei ruoli  di primo piano ricoperti da Riccardo Francesco Cordì, Luca Scaramuzzino, Salvatore Congiusta e Antonio Aversa, che in primo grado sono stati condannati tutti a 20 anni di reclusione.