“Aemilia”, definitiva la condanna di Colacino

È diventata definitiva la pena a 4 anni e 8 mesi di carcere per Michele Colacino, 50enne imprenditore di Cutro finito al centro del processo “Aemilia” di rito abbreviato che in precedenza ha portato a una quarantina di condanne definitive. La Cassazione, rigettando il ricorso della difesa contro la sentenza della Corte d’appello di Bologna pronunciata l’11 marzo 2024, ha riconosciuto l’imputato responsabile del reato di associazione mafiosa poiché partecipe della cosca Grande Aracri di Cutro attiva in Emilia. La Suprema Corte, valutando attendibili le dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Giuseppe Giglio, ha ribadito il «contributo» fornito da Colacino al clan operante sulle rive del Po. Come? «Tramite false fatturazioni – scrive nelle motivazioni la giudice Andreina Occhipinti – e la gestione di un’agenzia di scommesse finalizzata a riciclare i proventi del gruppo».