Cosca unita e predominio criminale Il “manifesto” di Umberto Bellocco

L’inchiesta era partita da Brescia, dove il Ros dei Carabinieri aveva scoperto che alcune persone avevano contatti con un’utenza all’interno del carcere di Lanciano. I militari dell’Arma scoprirono che l’utilizzatore di quel numero era Umberto Bellocco (classe 83). Il giovane boss della potente cosca di Rosarno era stato condannato nel processo denominato “Blue call”, ma secondo la Procura antimafia di Reggio Calabria continuava a gestire il clan dall’interno della sua cella. Da qui nasce l’operazione “Blu notte”, ennesima inchiesta della Dda reggina contro la famiglia Bellocco di Rosarno, che nel settembre dello scorso anno aveva portato alla condanna dei 42 imputati processati in abbreviato. Il perché di quelle condanne si ritrova nelle motivazioni alla sentenza del gup distrettuale.