La serie cult “Breaking Bad”, in qualche modo, ha ispirato Mario Poidomani “il nano” nella gestione casalinga dello spaccio. A casa, infatti, aveva allestito “una cucina” per la preparazione dei cristalli di crack. Le intercettazioni dei carabinieri finite nei faldoni dell’inchiesta Capinera, scattata qualche mese fa a Catania, sono inequivocabili. Ma per evitare grosse perdite Poidomani aveva assoldato una serie di complici che dovevano occuparsi della custodia e del trasporto di droga. All’occorrenza, naturalmente. Gli investigatori però sono riusciti ad anticipare i piani del “nano” e hanno ricostruito gli affari illeciti realizzati in quel di via Della Capinera, al Villaggio Sant’Agata. Gli indagati, in due momenti diversi, sono stati destinatari di alcune misure. Il gip, alcuni di loro, li ha preventivamente interrogati così come prevede la Legge Nordio. Ma i pm Raffaella Vinciguerra e Fabio Regolo hanno già formulato la richiesta di rinvio a giudizio. E il 18 dicembre i sedici imputati dovranno presentarsi davanti alla gup Maria Ivana Cardillo.
