A Barcellona la “roba” che arrivava veniva spacciata anche in carcere

Il carcere di Barcellona porto franco per droga e telefonini. Cocaina e altre sostanze stupefacenti, avevano libero ingresso, fin dal novembre 2021, e questo grazie alla complicità dell’assistente capo della Polizia penitenziaria Francesco La Malfa, 51 anni di Barcellona, che già da tempo era stato trasferito nel carcere di Opera, dove ieri è stato arrestato. Ma La Malfa non agiva da solo. Al suo fianco anche un infermiere dell’Asp, Enrico Pagano, 47 anni, originario di Sant’Agata Militello e da anni residente a Barcellona, anch’esso finito in carcere. I due erano già stati segnalati con una relazione da un collega che aveva appreso delle attività di La Malfa e Pagano da fonti confidenziali. I due introducevano sostanza stupefacente e telefoni cellulari in carcere, quasi sempre nel V Reparto. Fonti confidenziali che a catena hanno permesso di scoprire oltre a sostanza stupefacente, anche telefonini al costo di 500 euro l’uno.