«La conferma delle pene dimostra (…) che la ‘ndrangheta esiste anche in Emilia Romagna». Lapidario il commento a caldo dell’associazione “Libera” alla sentenza emessa ieri dalla Corte d’Appello di Bologna nell’ambito del procedimento con il rito abbreviato (ne é in corso un altro con rito ordinario con 147 imputati davanti al Tribunale di Bologna), scaturito dalla maxi-inchiesta della Dda di Bologna denominata “Aemilia”, venuta alla luce nel gennaio 2015 con 117 arresti di altrettanti presunti affiliati a un clan di ‘ndrangheta trapiantato nella Bassa Padana, ma legato a doppio filo al clan Grande Aracri di Cutro nel Crotonese.
