Concluso in secondo grado, davanti alla sezione penale della corte d’appello presieduta dal giudice Carmelo Blatti, il nuovo processo per i riti ordinari per il gruppo mafioso di Giostra, nome in codice “Totem”, che tornava a Messina dopo un rinvio della Cassazione del giugno scorso. Al centro del dibattimento comunque, visto che la responsabilità è ormai acclarata ed è diventata definitiva, c’era solo la rideterminazione della pena. È l’inchiesta del 2016 sulla riorganizzazione del clan mafioso di Giostra sotto la “reggenza” di Luigi Tibia, che guardava non soltanto ai “settori” tradizionali come droga e estorsioni ma aveva allargato all’epoca gli affari con l’industria del divertimento, dei lidi balneari, e delle cosiddette “macchinette mangiasoldi (i “Totem”, appunto).
