Il procuratore Tinebra sapeva già alcune ore dopo la strage Borsellino che Bruno Contrada era stato tirato in ballo dal pentito Gaspare Mutolo per presunte collusioni con Cosa Nostra: è quanto ha detto ieri l’ex pm di Palermo Antonino Ingroia, citato come teste nel processo sul depistaggio per la strage di via D’Amelio nel quale sono imputati i poliziotti Mario Bo, Michele Ribaudo e Fabrizio Mattei, per calunnia in concorso aggravata. Tinebra chiese informazioni ad Ingroia dopo l’eccidio del 19 luglio 1992 e poi consentì a Contrada di indagare sulla strage sebbene ai tempi in forza ai servizi segreti e quindi impossibilitato a farlo.
