Sostiene di essere stato in via D’Amelio, vestito da poliziotto: «Vidi Borsellino scendere dall’auto – ha detto il pentito Maurizio Avola – e diedi il segnale a Graviano. Io, intanto, mi allontanavo, avevo in mano un borsone con la scritta polizia». Ma il superstite della strage, Antonino Vullo, lo smentisce: «Quel giorno non ho visto nessuno in strada. Meno che mai un poliziotto con una borsa in mano», ha detto ai magistrati della procura di Caltanissetta. E non è mai esistita una borsa con la scritta polizia. Avola mente, non hanno più dubbi i sostituti procuratori Pasquale Pacifico e Matteo Campagnaro: l’ex boss catanese, che ha consacrato la sua ultima verità in un libro con il giornalista Michele Santoro, è adesso indagato per calunnia.
