A depistare le indagini sulla strage di via D’Amelio furono uomini dello Stato. A dirlo, per la prima volta in un provvedimento giudiziario, è la Corte d’assise di Caltanissetta, che ha depositato le motivazioni della sentenza dell’ultimo processo sull’attentato al giudice Paolo Borsellino in cui persero la vita anche i cinque agenti della scorta. Fu «uno dei più gravi depistaggi della storia giudiziaria italiana» scrivono i magistrati che, per la verità, in 1865 pagine indicano un solo colpevole certo: Arnaldo La Barbera, ex capo della Mobile di Palermo, alla guida del pool che indagò sulle stragi del ‘92.
