Carmeol,nome di fantasia,artigiano,ha superato, nell’ordine: le soverchierie del sistema bancario, la morsa dei cravattari, la paura di denunciarli (uno è parente di un boss) e di guardarli in faccia al pro¬cesso, la ripida salita di chi ricomincia. Ma poi, inesorabilmente, è an¬dato a sbattere sul Covid-19. Barbie¬re in nero, si stava arrabattando: barba e capelli a domicilio di quei pochi clienti che lo salutavano «dopo quel fatto». Il tutto aspettando i cosiddetti tempi della burocrazia, per avere il fondo riservato alle vittime dell’usura chiesto grazie ad Asaec. Arriva la pandemia. E si ferma anche il lavoretto in nero. «Con 6 euro e 70 centesimi rimasti sul conto corrente», Carmelo poteva ricascarci, ci stava ricascando. L’ha fermato, “Angeli” antiracket. Nicola Grassi, imprenditore, presidente dell’associazione Asaec di Catania giusto all’ingresso di quella selva oscura che già conosceva, i soci dell’associazione. Con un piccolo con¬tributo. Per sopravvivere, qualche settimana. Fino alla fine del lockdown, per lui la frontiera per rimettere assieme il pranzo e la cena.
