«C’erano rapporti stabili con i fornitori in Calabria e all’estero»

«La novità di questa indagine – come spiegato dal procuratore Antonio D’Amato durante la conferenza stampa –, risiede nella natura stabile dei rapporti di queste organizzazioni con i gruppi calabresi o con gli altri fornitori». Era grazie a questi rapporti che le organizzazioni facevano affari d’oro, secondo quanto emerso dalle indagini dei carabinieri e della polizia penitenziaria. Il procuratore ha parlato di un volume d’affari che si sarebbe aggirato intorno ai 500.000 euro al mese per quanto riguarda il gruppo scoperto in città. «Ancora una volta –, ha detto D’Amato –, le investigazioni dimostrano come l’attività illecita più remunerativa in questo territorio, così come in parte di quello nazionale, è rappresentata dal narcotraffico. Abbiamo avuto la riprova di organizzazioni criminali operanti nel territorio della città di Messina e nel Barcellonese che sono uscite dal tradizionale perimetro dell’isola per avere rapporti stabili con i canali di approvvigionamento della droga».