«In numerose azioni, tra cui il duplice omicidio degli appuntati Fava e Garofalo e l’assassinio dell’educatore carcerario Umberto Mormile, viene usata dagli assassini la rivendicazione “Falange armata”, la stessa che viene usata anche per gli attentati a Roma e Firenze. Fu proprio Totò Riina, come ci è stato riferito da Leonardo Messina e da altri importantissimi collaboratori di giustizia, per il loro ruolo in cosa nostra, che nell’estate del 1991 ad Enna, dove aveva riunito i vertici di cosa nostra siciliana, spinse ulteriormente l’organizzazione criminale a “rompere le corna allo Stato” utilizzando la sigla “Falange armata”».
