Dodici condanne definitive, un nuovo giudizio d’appello per sette imputati e un’assoluzione per prescrizione dei reati. Così la Corte di Cassazione ieri ha chiuso il cerchio sul processo di rito abbreviato nato dall’inchiesta “Perseverance” della Dda di Bologna che, nel 2021, mise sotto scacco le nuove leve e alcune “vecchie conoscenze” della cosca Grande Aracri di Cutro radicata tra le province di Reggio Emilia, Modena, Piacenza e Parma. La Suprema Corte ha confermato l’impianto accusatorio delineato con il blitz scattato il 12 marzo di quattro anni fa con dieci arresti eseguiti da Polizia di Stato e Guardia di Finanza, sulla scia delle operazioni “Aemilia” (del 2015) e “Grimilde” (2019). Sotto la lente degli inquirenti finì la figura di Giuseppe Sarcone Grande (16 anni e 8 mesi di carcere irrevocabili) che fino a quel momento era rimasto ai margini delle indagini. Infatti, il suo ruolo al vertice del ramo emiliano dei Grande Aracri «era rimasto intatto» per molti anni.
