Con il gioco, quello d’azzardo, quello senza alcun freno e senza alcuna sosta, è arrivato qualche anno fa alle soglie del suicidio. Con i suoi canditi è arrivato negli studi televisivi più importanti e nelle aule virtuali e reali delle scuole di cucina di eccellenza. La storia di Nino Modica, ragazzone diversamente giovane, un tempo titolare della Pizzeria 17, ormai ultracinquantenne, è una favola a lieto fine. Una favola dove c’è la strega cattiva che si materializza nella sua vita sotto forma di gioco d’azzardo e in tutte le forme, online, dentro una macchinetta, in quella sale dove fanno entrare anche i bambini. «Cominciai giocando 1 o 2 euro. Per intenderci la semplice schedina. Poi, di giocata in giocata – ci racconta visibilmente scosso nel ricordare quei momenti – mi ritrovai a giocarmi sino a ventimila euro in un solo giorno. Attenzione ho vinto anche. Ma ogni vincita serviva soltanto ad aumentare la mia dipendenza. Serviva a perdere molto di più». Nino giocava 24 ore su 24 o meglio giocava quando era sveglio
