«Così la camorra ha messo le mani sull’appalto dei rifiuti a Catania»: le intercettazioni che tirano in ballo Giuseppe Castiglione

«Si trattava di un grosso appalto, di centinaia di milioni di euro». Quando la camorra ha messo gli occhi sull’appalto per la raccolta dei rifiuti nel Comune di Catania lo ha fatto per i soldi: quei famosi 350 milioni di euro per sette anni, divisi in tre lotti, che nessuna azienda sembrava volersi aggiudicare mai. Una seduta deserta dopo l’altra, alla fine è arrivata la vittoria. Con l’intercessione, secondo le dichiarazioni del presunto camorrista Mimmo Romano, di Giuseppe Castiglione, autonomista, ex presidente del Consiglio comunale, adesso agli arresti domiciliari per voto di scambio politico-mafioso nell’ambito dell’inchiesta Mercurio. In questa storia, che parte dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, Giuseppe Castiglione non è indagato. Ma il suo nome è legato con più di un nodo agli imprenditori Carlo e Vittorio Ciummo, figlio e padre, accusati di concorso esterno in associazione mafiosa.