Dalla pax mafiosa alla “superassociazione”

Strategie condivise ed unità di intenti per determinare il futuro di Reggio Calabria, conquistando appalti, influenzando e indirizzando nomine istituzionali, monopolizzando gli affari imprenditoriali. Era questa l’idea elaborata dal direttorio di ’ndrangheta, la “super associazione” conseguenza della linea comune delle quattro famiglie mafiose più potenti ed influenti del capoluogo reggino. I De Stefano, i Condello, i Tegano e i Libri. Uno scenario conseguenza della pax mafiosa del 1991/1992 quando a Reggio i poteri forti, mafiosi e no, misero fine alla seconda guerra di ‘ndrangheta che dal 1985 ha seminato morte e terrore con centinaia di morti ammazzati dal centro cittadino alle roccaforti criminali, dentro i bar, all’uscite delle carceri, nella piazza del Tribunale. Ovunque. Gli anni bui a Reggio e l’evoluzione della ’ndrangheta con la scelta di campo «dell’unitarietà» sono stati ricostruiti nelle voluminose motivazioni della sentenza di primo grado “Gotha”, il processo per eccellenza alla moderna opera di contrasto alle ’ndrine.