Due dei tre poliziotti imputati scelgono di essere presenti in aula. A pochi metri da loro le vittime: i familiari di chi nella lotta alla mafia ha perso la vita e alcuni dei condannati ingiustamente all’ergastolo per una strage mai commessa. Mentre il giudice delle indagini preliminari di Caltanissetta, dopo una brevissima camera di consiglio, legge il dispositivo con cui rinvia a giudizio per calunnia aggravata chi doveva tutelare la legge e ha commesso invece uno dei depistaggi più clamorosi della storia del Paese, in aula c’è un silenzio assoluto.
