Le strade variegate della droga ad ogni angolo di strada tra Messina, Barcellona, Catania e Palermo. I viaggi con cinque o venti chili di “roba” a volta. La serra sotterranea di marijuana. Il giro dei pusher “alle dipendenze”. Il mantenimento degli affiliati in carcere. La droga palermitana marchiata con il simbolo “CR7” di Ronaldo, forse per indicare che era roba buona. Il pub a Vaccarella. I soprannomi dei fornitori o degli altri ragazzi dello spaccio, tipo “cinese”, “americano”, “baffo”, “macellaio”, “pinocchio”, “lordo” “l’alieno”. I rifornimenti a Ballarò su Palermo ea Librino su Catania. Quasi sempre marijuana e hashish, quando capitava cocaina ed ecstasy. E poi c’era lo spezia. Sì lo spezia, la nuova regina delle droghe tra i ragazzi, che è un miscuglio di erbe essiccate che producono effetti simili a quelli della marijuana. Nella maxi inchiesta della Dda e dei carabinieri sulla riorganizzazione di cosa nostra barcellonese, il troncone relativo per lo più ai reati di narcotraffico e possesso di armi, irrompono come un uragano le dichiarazioni dei due nuovi collaboratori, i fratelli Alessandro e Gabriele Abbas
