Droga, ortofrutta e sangue il “Ponte” che unisce i boss.

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Gli occhi (e le mani) della `ndrangheta non soltanto al nord. C’è anche uno scambio di criminosi sensi con la Sicilia. Con la mafia. E un terminale, non l’unico, privilegiato sull’asse che unisce le cosche calabresi ai boss al di sotto dello Stretto: Vittoria e il suo hinterland. Una zona «comunque da tempo molto esposta agli aspetti di criminalità organizzata», l’ha definita il procuratore di Catania, Giovanni Salvi, nella veste di capo della Direzione distrettuale antimafia che ha competenza anche sulla provincia di Ragusa, nel corso della recente audizione in commissione nazionale Antimafia.