Duecento pagine di intercettazioni, un nuovo pezzo del puzzle che la procura antimafia porta nel processo di secondo grado per dimostrare che l’elezione di Domenico Creazzo al consiglio regionale sia stata favorita da un presunto accordo con la ‘ndrangheta. Un atto d’accusa che non ha retto al vaglio dei giudici di primo grado del tribunale di Palmi che hanno assolto l’ex sindaco di Sant’Eufemia d’Aspromonte a fronte di una richiesta di condanna a 16 anni. L’informativa è stata acquisita dalla Corte d’appello di Reggio Calabria nell’ambito del processo “Eyphemos”. Nelle nuove carte, che nuove in realtà non sono, emerge una fitta rete di telefonate tra i fratelli Domenico e Antonio Creazzo con diverse persone, alcune delle quali legate a vincoli di parentela con presunti esponenti della cosca Alvaro di Sinopoli, e anche la dura battaglia politica con un altro candidato alla poltrona di consigliere regionale, Giuseppe Neri.
