Alla fine di questa storia è rimasto ben poco in piedi, tra assoluzioni e prescrizioni. L’ultima puntata, al secondo rinvio della Cassazione, s’è consumata ieri mattina davanti ai giudici della corte d’appello di Messina per gli unici due imputati rimasti invischiati nel processo “Concussio”. È un’indagine della Dda di Messina e dei carabinieri che vedeva al centro le presunte richieste di pizzo per l’appalto da un milione di euro bandito dal Comune di Mistretta per il restauro delle 12 opere della Fiumara d’Arte, il meraviglioso parco di sculture più grande d’Europa creato dal mecenate Antonio Presti nella grande vallata di Tusa. La sezione penale della corte d’appello di Messina presieduta dalla giudice Katia Mangano ha deciso ieri una nuova sentenza sul fatto dopo il secondo rinvio della Cassazione, sostanzialmente per una “carenza di motivazione” che secondo i giudici romani era il vizio-cardine delle due sentenze d’appello precedenti.