La seconda edizione del report di “Libera” sulle attività criminali nei porti italiani, significativamente intitolato “Diario di Bordo. Storie, dati e meccanismi delle proiezioni criminali nei porti italiani” (curato da Francesca Rispoli, Marco Antonelli e Peppe Ruggiero e presentato nei giorni scorsi a Genova) è una vera e propria radiografia degli interessi della criminalità organizzata che ruotano intorno agli scali marittimi del Paese, tra i quali confermano una grande importanza i porti calabresi. Nel corso del 2024 sono stati registrati 115 casi di criminalità all’interno di 30 porti italiani (+4,5% rispetto al 2023). Le voci più rilevanti: nel 37,7% dei casi si tratta di contrabbando, nel 27% di traffico di droga, nel 5,2% di traffico illecito di rifiuti. Tra il 1994 e il 2023, i clan censiti che hanno operato in attività di business illegali e legali sono stati 109, con 69 porti italiani oggetto di quelle che l’associazione contro le mafie definisce «proiezioni criminali».
