Era il loro «territorio», sottoposto alle loro «regole», chi non si sottometteva, anche intralciando i business legati allo stadio, dal merchandising ai biglietti rivenduti con rincari, subiva pestaggi e minacce. Gli ultrà delle due curve di San Siro, la Nord interista e la Sud milanista, si sono mossi come «milizie private», «in rapporti, conflittuali o meno», non solo con altre tifoserie, ma pure con i club e con «le strutture statali deputate alla repressione dei reati». Rapporti «con istituzioni e con le società» che hanno generato per loro «una sorta di legittimazione». Sono pesanti le parole scritte in una memoria e portate in aula dal pm della Dda di Milano Paolo Storari, che ha chiesto 16 condanne nel processo abbreviato, davanti alla gup Rossana Mongiardo, con più filoni e scaturito dal maxi blitz “doppia curva” di settembre di Polizia e Gdf con 19 arresti.