“Glicine”, fari accesi su Sculco

Dalla sanità privata alle elezioni provinciali fino ad essere considerato un punto di riferimento anche per i grandi investimenti. Vincenzo Sculco, tra il 2016 e il 2017, avrebbe messo lo “zampino” in tutti questi ambiti. Sia nelle vesti di “facilitatore” che nel ruolo di dominus politico dell’amministrazione comunale di Crotone dell’epoca. Lo ha sottolineato ieri Giovanbattista Floresta, il tenente della Guardia di Finanza in servizio alla Direzione investigativa antimafia di Catanzaro, nel corso della sua lunga deposizione resa davanti al Tribunale di Crotone che sta giudicando i 101 imputati coinvolti nel processo di rito ordinario nato dall’inchiesta “Glicine-Acheronte” della Dda. L’operazione, che scattò il 27 giugno 2023 con 43 misure cautelari eseguite dai carabinieri, da un lato avrebbe fatto luce su una presunta associazione a delinquere – formata da politici, imprenditori e uomini in odor di ‘ndrangheta – che avrebbe utilizzato le istituzioni pubbliche per fini elettorali; mentre dall’altro colpì la cosca Megna di Papanice che si sarebbe riorganizzata dopo la scarcerazione, nel 2014, del boss Mico Megna.