I tentacoli laziali del clan Gallace La Cassazione: pene da ricalcolare

La Suprema Corte si è pronunciata sul maxi processo “Mythos”, nato per colpire l’articolazione laziale della cosca Gallace di Guardavalle, disponendo annullamenti con rinvio per diversi imputati. La vicenda ruota attorno all’espansione nel Lazio della cosca di Vincenzo Gallace e Carmelo Novella, con epicentro a Guardavalle, ma con ramificazioni fino al litorale di Nettuno e Anzio. L’impianto accusatorio si fonda sulla continuità della locale di Guardavalle anche dopo l’uccisione di Novella, con la gestione dei rapporti in carcere, la raccolta fondi per le famiglie dei detenuti e attività di controllo sul territorio romano. Gli avvocati difensori, tra cui Staiano, Rositano, Colombo, Costarella, Garruba, Tedesco e Fiormonti, hanno insistito sulla genericità delle accuse dei collaboratori, nonché in alcuni casi sull’inutilizzabilità degli esiti di alcune intercettazioni. La sentenza della Corte d’appello di Roma impugnata dagli imputati deve essere annullata nei confronti di Cicino Francesco, Gallelli Vincenzo, Novella Vincenzo Alessio, Papaleo Salvatore, Vitale Carmelo e Tripodi Maurizio con rinvio per nuovo giudizio ad altra sezione della Corte di appello di Roma.