È stato sorpreso, da un inviato della trasmissione de La7 “Non è l’Arena”, fuori casa col cellulare in mano. Una violazione degli obblighi imposti dal giudice che gli aveva concesso i domiciliari per motivi di salute è costata il carcere a Gino Bontempo “Corleone”, accusato dalla procura retta da Maurizio de Lucia di essere a capo della famiglia mafiosa dei Batanesi. Nei giorni scorsi l’aggiunto Vito Di Giorgio e il sostituto della Dda Fabrizio Monaco hanno chiesto e ottenuto dal gip l’inasprimento della misura cautelare imposta al boss accusato, oltre che di mafia, di essere tra gli ideatori di una truffa milionaria all’UE sui contributi agricoli messa a segno dal clan, fotografata dalla recente operazione Nebrodi.
