Le cosche crotonesi agivano ormai «in maniera unitaria»

Da un lato ci sono le «modalità unitarie di gestione dei rituali di affiliazione per il conferimento delle doti di ‘ndrangheta». Dall’altro la «programmazione di attività delittuose comuni». Si può riassumere così «il carattere omogeneo e unitario» delle cosche della provincia di Crotone. Ne è convinta la Corte di Cassazione. Che, nelle motivazioni della sentenza che l’11 novembre 2024 ha messo il sigillo sul processo “Tisifone”, ripercorre l’inchiesta della Dda di Catanzaro venuta alla luce il 20 dicembre 2018 con 23 fermi eseguiti dalla Polizia. La Suprema Corte ha reso definitive le condanne a 8 anni di carcere ciascuno che la Corte d’appello di Catanzaro il 5 marzo dello scorso anno ha inflitto ai due imputati finiti al centro del giudizio bis di secondo grado: Rocco Devona, 40enne di Crotone, e Rosario Curcio, 64 anni di Petilia Policastro.