Nel ventre di ferro del porto di Gioia Tauro, tra i canyon di container che si alzano come mura di una città parallela, scorre una partita silenziosa che vale miliardi. È qui, nel cuore di un Mediterraneo attraversato da rotte commerciali e ambizioni criminali, che da anni si consuma una sfida a distanza ravvicinata fra traffici globali e forze investigative nazionali e internazionali. Una sfida che nel 2025 è più intensa che mai. I numeri dicono già tutto: fra il 2019 e la metà del 2024 a Gioia Tauro sono transitate — e sono state intercettate — oltre quarantatré tonnellate di cocaina. Numeri da hub mondiale, da varco obbligato per la polvere bianca che i cartelli sudamericani vogliono spingere nel cuore dell’Europa.
