L’invio di droga e telefonini in carcere. Sospesi i 9 agenti penitenziari indagati

Li hanno coperti con la carta stagnola i telefonini, per non farli scovare durante la maxi perquisizione del 31 gennaio. E probabilmente qualcuno ne ha anche portati in tutta fretta un paio “fuori dalle mura” per poi reimmetterli nel “circuito carcerario” a disposizione di tutti. Ma un telefonino “scottante” lo hanno trovato i carabinieri, e adesso estrapolando il traffico probabilmente i magistrati della Distrettuale antimafia capiranno meglio con un esempio concreto come si svolgeva tutto. È solo all’inizio l’inchiesta sui “viaggi” dei droni al carcere di Gazzi, che vede in tutto 34 indagati, 9 appartenenti alla Polizia penitenziaria e 25 detenuti (ristretti o ex), che trasportavano droga e cellulari per il mercato interno, che chissà per quanto è andato avanti con la gestione dei due gruppi di detenuti, uno messinese e uno catanese, che in un determinato momento sono entrati in contrasto creando non poche tensioni tra le celle della casa circondariale.