Chiuso nel suo studio luminoso, all’interno della succursale della Regione fortissimamente voluta nella “sua” Catania, Raffaele Lombardo ha lo sguardo meno impenetrabile del solito. Mostra un filo di stanchezza. E la rabbia accumulata al termine della giornata più difficile da due anni a questa parte, da quando è stato eletto governatore della Sicilia.
