Nuovi pentiti. Nuovi atti. Nuovi documenti. E un nuovo schema che inserisce la storia delle stragi siciliane e continentali in un contesto più ampio e con un nuovo attore sulla scacchiera. È Gladio, o meglio il suo nucleo più segreto, Falange Armata. Fino ad oggi era considerata solo la misteriosa sigla servita dagli anni Novanta in poi per firmare omicidi e attentati, più di recente tornata per intimare al superboss Totò Riina, che troppo stava parlando, «chiudi quella maledetta bocca». Invece, rivela la procura antimafia di Reggio Calabria diretta da Giovanni Bombardieri, è – o quanto meno è stata – una struttura di Gladio che incamerava elementi scelti dei servizi e che per decenni con le mafie ha versato sangue e incamerato danari, tentando di piegare la storia del Paese.
