Non sono bastate le dimissioni di Mari Lorusso dalla carica di consigliera comunale né l’assicurazione che non si sarebbe candidata alle prossime amministrative baresi, per farle riacquistare la libertà. Così come non è bastato al padre, Vito Lorusso, non essere più in servizio come primario nell’istituto oncologico di Bari. «Stanti i loro legami con la criminalità organizzata – hanno scritto i giudici del Tribunale del Riesame – vista l’imminenza delle elezioni europee ed amministrative del 9 giugno, potrebbero agire dietro le quinte». È dura la motivazione della decisione con cui è stata respinta la richiesta dei difensori della moglie e del suocero dell’avvocato Giacomo Olivieri ( avvocati Gaetano e Luca Castellaneta) di annullare le ordinanze di custodia cautelare imposte il 26 febbraio dal giudice Alfredo Ferraro. I due Lorusso sono da quel giorno ai domiciliari, mentre Olivieri è in carcere.
