Attraverso minacce e violenze hanno tentato di indurre le vittime del «pizzo» a ritirare le denunce. Estorsioni della camorra finite sotto la lente di ingrandimento di carabinieri e polizia, a Napoli, dopo la denuncia presentata da un ristoratore. In arresto fono finite nove persone che, è emerso, si sono presentati dalle loro vittime con le «casacche» di diversi clan di camorra tutti federati con la famiglia malavitosa dei Mazzarella. I reati contestati dalla DDA e dal Gip di Napoli sono, a vario titolo, tentata estorsione, intralcio alla giustizia, detenzione e porto di arma comune da sparo, «tutti aggravati dal metodo mafioso e dalla finalità di aver agito per agevolare l’attività e gli scopi di associazioni camorristiche». Al ristoratore, secondo quanto emerso dagli accertamenti, è stato imposto un «pizzo» di qualche migliaio di euro che poi nel tempo è anche lievitato. Ma lui, invece di pagare, da deciso di rivelare tutto alle forze dell’ordine.