«Ciao Vito, quando puoi vedere una persona importante di Japigia??? Va visitata e poi seguita…» : scriveva così — il 30 luglio 2018 — l’avvocato Giacomo Olivieri al suocero Vito Lorusso, all’epoca oncologo presso l’istituto Giovanni Paolo II di Bari. Non c’era neanche bisogno di dire il nome della persona, dopo pochi secondi il medico fissava la visita per il giorno successivo. L’indomani Olivieri rammentava l’impegno: «Ricordati che viene la mia cliente di Japigia». Per la polizia giudiziaria, questo scambio è sintomatico del fatto che l’oncologo consentisse ai pazienti segnalati dal genero di avere una corsia preferenziale nelle cure. E che l’avvocato-ex consigliere regionale di questo avrebbe approfittato. Anche aiutando parenti del boss Savino Parisi, che nell’interrogatorio del 6 maggio ha affermato di conoscere solo «per averne letto sui giornali», mentre, secondo la Dda, dalle intercettazioni dell’inchiesta “Codice interno” emergerebbe che i due si conoscessero bene da tempo.
